Le spiagge marine, impregnate di salsedine, esposte ai venti, battute dalle onde, rocciose o sabbiose, sono un ambiente biologico a sè stante, perfettamente caratterizzato.
Le piante che vi si trovano devono essere ad un tempo capaci di vivere in terreni poveri e sabbiosi ( piante psammofile, dice il botanico ), e di adattarsi a un substrato salato ( piante alofile ) e spesso arido ( piante xerofile ).
Ne sono esempi tipico la Santolina marittima ( Diotis candidissima ), dalle foglie biancastre, pelose, una pianta che non supera in genere i 40 cm; la Calcatreppola o Eringio marittimo ( Eryngium maritimum ), abbondante sui litorali del Cilento, dalle foglie munite di pungentissimi aculei; il Ginepro coccolone ( Juniperus macrocarpa ), reperibile sui litorali sardi, dalle belle bacche azzurrine, le cui robuste radici servono a fissare le sabbie mobili; o la graziosissima Soldanella di mare ( Convolvolus soldanella ), i cui fusti prostrati striscaino sulla sabbia carichi di campanule rosate; o la Violaciocca di mare ( Matthiola sinuata ) dai bei fiori rosa- violacei.
Altrettanto tipici sono i classici Tamarici o Tamerici, cari ai poeti ( Tamarix gallica o T. africana ), che dalle spiagge marine risalgono i greti dei torrenti e le rive dei fiumi; sono piante utilissime in quanto servono come frangivento o per frenare le dune, ma vengono anche coltivate lungo gli arenili marini per proteggere frutteti e vigneti retrostanti.
La loro graziosa fioritura candida o rosata, e la chioma morbida e <<soffice>> le rende piacevoli piante da giardino.
In tempi antichissimi i nostri litorali ospitavano foreste di Oleastri e Carrubi.
Oggi non ne restano che rari e limitati relitti, per esempio in Sardegna, caratterizzati dalla presenza nel sottobosco dell’unica Palma <<indigena>> della nostra flora, la Palma di San Pietro o Palma nana ( Chamaerops Humilis ).
Ormai, sporadicamente distribuite lungo i litorali, si trovano soltanto macchie: a Cisti, a Corbezzolo e a Erica, a Lecci, a Ginestre, ad Alloro, a Ornielli, a Mirto, a Lentischi, a Euforbie, ecc.
Ma le piante litoranee che più si fanno notare per le vivaci chiazze colorate delle loro fioriture sono la Centaurea dei litorali ( Centaurea horrida ), dai fiori azzurrini o rosati; il Papavero giallo delle sabbie ( Glaucium flavum ); la Soldanella già citata; l’Elicrisio ( Helichrysum italicum ) dai capolini dorati; l’Asfodelo ( asphodelus ramosus ) e la Scilla marittima ( Urginea maritima ), entrambi dalla candida fioritura.
In Calabria, in Sicilia e in Sardegna è ancora dato ammirare in certi luoghi la bella macchia a Oleandro ( Nerium oleander )la cui elegante fioritura rosata invade greti e litorali.
Altrettanto tipico è il profumatissimo Finocchio marino ( Crithumum maritimum ) ben noto alle massaie che lo usano per aromatizzare insalate e arrosti; o la spinosa Ginestra a fiori gialli ( Genista aspalathoides ) che dai fianchi Appenninici scende sino alle rive del mare.
Non parliamo qui di Agavi e di Fichi d’India, che pure caratterizzano gran parte delle nostre coste più calde; sia le Agavi che i Fichi d’India infatti, non sono piante indigene.
Pur perfettamente naturalizzate sui litorali mediterranei, entrambe le specie sono originarie dell’America centrale.
Specialmente il Fico d’India viene coltivato non solo per i frutti eduli ma anche per farne siepi e frangiventi soprattutto – e dovremmo dire purtroppo – dove la bella, tipica macchia mediterranea è stata distrutta.
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