Gli esseri viventi sono tali in quanto consumano energia.
La vita, in altre parole, si basa su un complesso di attività chimiche che richiedono un continuo sviluppo e consumo di energia.
L’energia sviluppata dagli esseri viventi per vivere ( per esempio il calore, emesso di continuo da un organismo animale ) non può essere recuperata, non rientra <<in circolo>>, non è riciclabile come avviene invece per alcuni singoli elementi chimici, per esempio l’azoto o il carbonio.
L’energia che mantiene tutta la vita sulla Terra ci proviene di continuo dal Sole; ma i soli organismi viventi capaci di captare, immagazzinare e utilizzare l’energia solare sono le piante.
Più precisamente, le piante verdi, che costituiscono la parte più imponente ed evidente del regno vegetale.
Se un giorno, per un disgraziatissimo evento, dovessero venire a mancare sulla Terra tutti gli uomini e tutti gli animali, la vita delle piante continuerebbe indisturbata.
Ma se dovessero invece venire a mancare le piante, in breve volgere di tempo perirebbero tutti gli animali, prima gli erbivori, poi in un secondo tempo tutti i carnivori e gli onnivori, uomo compreso.
Gli animali, pur godendo della luce e del calore solare, non sarebbero mai in grado di utilizzarli per fabbricarsi alimenti e per creare energia, come sono capaci di fare le piante.
Solo le piante, grazie alla clorofilla, sono dunque veramente autosufficienti; solo le piante riescono a trasformare in zucchero, e negli elementi nutritivi che loro abbisognano, delle sostanze semplici e inorganiche come l’acqua e l’anidride carbonica.
Le piante fabbricano il glucosio ( ma anche oli e proteine ) che scorre sotto forma di linfa lungo la pianta e che può essere immagazzinato come amido insolubile nei semi, nei frutti o in certi organi di riserva.
Ad eccezione dei batteri, che richiedono un discorso a parte, ogni altro organismo vivente dipende, per la sua nutrizione, dalle sostanze fabbricate dalle piante: gli erbivori in modo diretto, i carnivori attraverso gli erbivori.
Le piante hanno inizialmente permesso la vita sulla Terra. Hanno lentamente trasformato l’atmosfera primigenia della Terra ( che era un complesso di gas velenosi ) in aria respirabile, caricandola di ossigeno. Un processo, questo, che ha richiesto circa dai due ai tre miliardi di anni.
Vegetali semplicissimi, come le alghe unicellulari, sono state tra le prime forme di vita apparse sulla Terra.
Solo dopo la comparsa degli organismi autotrofi ( autosufficienti per la nutrizione ) hanno potuto svilupparsi gli eterotrofi, dipendenti dai primi.
La fotosintesi, producendo ossigeno libero, ha portato sulla Terra enormi quantità di energia utilizzabile da tutti gli animali, Uomo compreso.
FOTOSINTESI
Mediante la <<fotosintesi>>, le cellule verdi delle piante riescono a catturare questa preziosa energia solare e a trasformarla in energia chimica immagazzinandola in quelle molecole di zuccheri, amidi, oli, proteine che serviranno poi ad alimentare, in modo diretto o indiretto, tutti gli altri organismi viventi.
Fotosintesi significa appunto <<sintesi mediante la luce>>; grazie all’energia dei raggi solari la pianta, partendo da sostanze semplici ed inorganiche come l’acqua e l’anidride carbonica, <<fabbrica>> una sostanza complessa e organica, il glucosio, nelle cui molecole si immagazzina l’energia solare.
Il processo avviene solo in presenza di organelli esclusivi delle piante, i cloroplasti, formati da più corpuscoli impilati, i grani.
In questi v’è la clorofilla, il <<catalizzatore>> senza cui la fotosintesi non avviene.
Possiamo estrarre la clorofilla dalle cellule, ma questo <<estratto>> non permette di riprodurre in laboratorio la fotosintesi, che avviene solo in presenza di cloriplasti, anche se isolati dalla cellula vegetale.
Sono dunque i cloroplasti ( anzi i grani ) i responsabili del prodigio che sostenta la Vita e che si ripete ogni giorno sotto i nostri occhi.
EVOLUZIONE
Quando Carlo Linneo (1707-1778) si diede a classificare gli animali e le piante allora conosciute, riunendoli in classi e in raggruppamenti secondo certi criteri di affinità, enumerò e classificò ben 7300 diverse specie di piante.
Oggi le piante classificate e descritte sono centinaia di migliaia, e vanno dalle microscopiche alghe unicellulari dei nostri mari alle enormi sequoie delle foreste nordamericane.
Ma la stragrande maggioranza delle specie non sono piante <<con fiori>>: con questo nome, o con quello di Antofite o Fanerogame o Spermatofite usato dai botanici, si intendono non solo le piante che hanno fiori vistosi, come le rose o le margherite, ma anche quelle che hanno <<fiori>> poco appariscenti o privi di corolla come il grano o l’avena, come i pini e gli abeti.
Nel prossimo articolo porremo l’attenzione sulle piante <<con fiori>>.
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